Anche se tendiamo a celebrare chi non si arrende mai, perseverare a ogni costo non sempre paga. Ecco come decidere quando è arrivato il momento di gettare la spugna.
La definizione degli obiettivi è un passaggio cruciale per il successo di qualsiasi azienda o attività professionale. Il metodo SMART permette di definire traguardi realistici per investire al meglio il tempo e le risorse che si hanno a disposizione.
Tutti possono essere dei boss, a pochi è concesso di esser considerati dei veri e propri leader. Ma che succede se non siamo nati con il carisma dei grandi dirigenti e ci ritroviamo improvvisamente a gestire un gruppo di persone?
Il termine inglese feedback indica la retroazione, ossia la risposta a uno stimolo da parte di un sistema, e viene usato nell’ambito della comunicazione organizzativa e aziendale per indicare il processo tramite il quale vengono monitorati e valutati i risultati ottenuti sul lavoro, con l’obiettivo di migliorare la performance.
A quasi tutti è capitato di assistere a presentazioni dai contenuti potenzialmente interessanti che si sono poi rivelate noiose successioni di slides, accompagnate da spiegazioni dal tono robotico. Cosa ricordiamo del contenuto di queste presentazioni? Probabilmente molto poco.
Tra le molte strategie per rafforzare il legame tra i tuoi dipendenti (e di conseguenza la loro produttività e fedeltà alla tua impresa), ce n’è una che di sicuro non troverai nei manuali, ma che riesce ad arrivare dove molte teorie falliscono: andare a pranzo insieme!
Leader si nasce o si diventa? Quante volte ce lo siamo domandati, magari proprio durante qualche congresso, di fronte al discorso di un manager di successo? La risposta non è così scontata come si potrebbe pensare: perché, se da una parte ci sono personalità dall’innegabile carisma innato, dall’altra esistono dei piccoli trucchi – perfettamente legali – che ci possono trasformare in veri boss.